L’Isola di Sant’Elena è sicuramente più nota per la poesia “Il 5 maggio” che per la sua collocazione storia. È proprio qui, infatti, la sede dell’esilio di Napoleone Bonaparte, che il 5 maggio del 1821 divenne nota per il famoso verso manzoniano.
L’Isola di Sant’Elena, in realtà, è un vero e proprio puntino in mezzo all’oceano. Dista quasi 2000 km dalla Namibia e si estende per 16 km di larghezza e 12 di lunghezza tra le onde feroci dell’Atlantico.
Ma è possibile fare una visita e soggiornare su quest’isola per una vacanza? Di seguito esploreremo insieme le particolarità inaspettate dell’indomita isola di Napoleone Bonaparte.
Buona lettura e buon viaggio!
Cosa tratteremo
Isola di Sant’Elena: dove si trova
L’isola di Sant’Elena si trova sotto il dominio regio di sua maestà Elisabetta II, sovrana d’Inghilterra. L’isola è abitata da circa 4000 anime, che si trovano in un vero e proprio esilio eremitico. Necessitano, difatti, di scaricare cibo e beni di prima necessità direttamente dal Sudafrica e solo via mare.
Per chi vuole visitare l’isola, invece, solo dal 2017 c’è un aereo che parte da Johannesburg e atterra a Sant’Elena; può ospitare circa 100 passeggeri. Esso atterra su una pista quasi a ridosso degli scogli sbattuti dai venti.
Ma non è l’unica stranezza da superare se volete far visita a questo mondo sperduto. Altre prove a dimostrazione dell’esclusività e l’unicità storica di questa misteriosa isola sono l’utilizzo di una valuta unica (la sterlina di Sant’Elena) e la presenza di alcune specie protette, che alloggiano soltanto tra questi alberi (come il piccolo Corriere di Sant’Elena).
La storia dell’Isola di Sant’Elena
Scoperta soltanto nel 1502, nell’epoca delle esplorazioni geografiche, ad opera di un navigante di Galizia Joao da Nova, all’inizio era solo un porto, ossia un luogo intermedio tra Asia e Sud America.
A lungo venne utilizzata come posto di attracco per fare scorta durante le lunghe traversate. Alla fine del seicento, poi, furono gli Inglesi a impossessarsene in maniera ufficiale: proprio loro esiliarono a Sant’Elena Napoleone Bonaparte.
Gli abitanti di Sant’Elena vengono denominati i santi (Saints). Un nome alquanto suggestivo, che pone la terra a metà tra un piccolo e nascosto Inferno e un indomito Paradiso. I Santi si guadagnano da vivere con pesca e agricoltura, e di certo non vivono alla stessa maniera dei continentali. I beni necessari sono chiaramente presenti sull’isola, ma le linee telefoniche, internet e le comodità dell’alta tecnologia non sono certo al passo con i tempi.
Come fare una vacanza a Sant’Elena
Principale attrattiva dell’isola di Sant’Elena è la bellezza naturale. In questa piccola goccia di terra nell’immenso Oceano, sembra che il tempo si sia fermato.
A parte le meravigliose scogliere, le spiagge nere, le onde e la fauna ittica (tra cui delfini e squali balena), apprezzata soprattutto dai numerosi sub, potrete anche trovare uno sprazzo di civiltà.
La capitale ad esempio, Jamestown, nasce nel mezzo di due montagne a mo’ di Canyon, molto simili a quelli americani del vecchio West. Le case sono incuneate tra le due montagne e le loro fattezze dai colori pastello ricordano l’atmosfera texana dei film di Clint Eastwood.
Le peculiarità di questo piccolo “inferno paradisiaco” sono senz’altro sensazionali per chi proviene da fuori. Il corpo di Polizia è abbastanza ridotto e ama marciare in parata con trombe e strumenti musicali in concomitanza con le feste. Il carcere è un’unica prigione in miniatura e anche l’ospedale è molto ridotto: tanto che, per i casi gravi, bisogna essere portati direttamente in Sudafrica. E per le nascite? L’ospedale di Johannesburg è il più vicino in assoluto, ma i bambini vengono sempre registrati come cittadini dell’isola di Sant’Elena.