L’Isola di Pitcairn fa parte di un piccolo arcipelago di quattro isole, ubicato al centro dell’Oceano Pacifico meridionale e riconosciuto come colonia britannica già nel 1838.
Le vicende storiche legate a Pitcairn e al celebre episodio degli ammutinati del Bounty ammantano questo luogo di un fascino così particolare che, insieme alla sua bellezza selvaggia, fa dell’isola una delle mete esotiche più suggestive dell’intero Pacifico.
Cosa tratteremo
La travagliata storia dell’Isola di Pitcairn
Visitare Pitcairn consente non solo di immergersi nelle acque limpide dell’oceano, ma anche di conoscere in prima persona i luoghi che hanno fatto da sfondo a uno degli episodi più avvincenti della storia coloniale britannica.
I primi abitanti dell’isola, di origine polinesiana, giunsero qui attorno al 3.500 a.C, e diedero vita, nel corso dei secoli, a un insediamento stanziale. La loro sussistenza era basata sulla pesca, sulla lavorazione della pietra locale per creare utensili e sulla coltivazione di alcune specie vegetali, favorita dalla grande fertilità del terreno, retaggio del passato vulcanico dell’isola.
Ma è nel 1787 che la celebre imbarcazione HMS Bounty iniziò il suo viaggio con l’importante incarico di raggiungere queste coste per procacciarsi alcune talee di albero del pane.
Dopo una lunga sosta a Tahiti, il viaggio della nave riprese ma, il 29 aprile 1789, Fletcher Christian decise di ammutinarsi dal capitano Bligh e di abbandonarlo su di una scialuppa in mare aperto, insieme ai membri a lui più fedeli, e di ritornare a Tahiti.
Il capitano Bligh riuscì a salvarsi e a raggiungere Kupang, in Indonesia, mentre il Bounty, nel gennaio del 1790, approdò a Pitcairn con a bordo nove ammutinati e alcuni tahitiani, trasportati qui con la forza. Per sicurezza, venne dato subito fuoco al Bounty, i cui poveri resti si possono ancora oggi ammirare nei fondali di Bounty Bay.
Nonostante il tentativo si insediarsi pacificamente sull’isola e di sfuggire alle punizioni previste dalla legge britannica per gli ammutinati, dopo soli quattro anni, nel 1790, quasi tutti i tahitiani e cinque ammutinati morirono assassinati dagli isolani.
Lo stesso triste destino spettò a quasi tutti gli inglesi, a esclusione di John Adams, che, Bibbia alla mano, decise di fondare una capitale – Adamtown, un villaggio di case sparse su di una collina chiamata evocativamente Difficulty – e di riportare ordine fra gli abitanti.
Nel 1808, il capitano Mayhew Folger, a bordo della nave americana Topaz, riscoprì l’isola di Pitcairn e svelò il mistero che aveva avvolto il Bounty e il suo equipaggio ribelle, ormai quasi del tutto scomparso.
Come raggiungere l’Isola di Pitcairn
Il viaggio per raggiungere Pitcairn è molto lungo e piuttosto costoso, ma, una volta arrivati, magari facendosi accompagnare dalla suggestive note di A salty dog, il brano dei Procol Harum ispirato alle vicende del Bounty, la fatica viene del tutto ripagata.
Partendo dall’aeroporto di Tahiti, bisogna dirigersi, sempre via aereo, verso l’isola di Magareva, a 330 miglia di distanza dalla meta. Da qui, è possibile proseguire il viaggio via mare grazie a un’imbarcazione di linea che, in circa 32 ore di viaggio, raggiunge Pitcairn, oppure noleggiando yachts privati transoceanici nella Polinesia francese.
Gli abitanti dell’isola sono ancora oggi molto gelosi della loro tranquillità: l’isola, infatti, non ha alberghi, ma piuttosto alcuni piccoli B&B e cottage, che si possono affittare per alcuni giorni.
Cosa vedere a Pitcairn
A Pitcairn, ogni visitatore può perdersi fra i resti degli antichi edifici di epoca coloniale, molti dei quali abbandonati, oppure girovagare alla scoperta di una natura incontaminata e selvaggia, che conserva gelosamente alcune piante ormai scomparse dal resto della Polinesia.
Imperdibili, ovviamente, i resti del Bounty, adagiati sul fondo dell’omonima baia, l’àncora dell’imbarcazione, posizionata nella piazza di Adamstown, il museo che raccoglie vari oggetti della nave, tra cui la famosa bibbia di Fletcher Christian, e, infine, la tomba di John Adams, l’unico a cui sia stata data una degna sepoltura.
Tramite delle piccole lance private, inoltre, è possibile partire alla scoperta delle altre isole dell’arcipelago, come Oeno, caratterizzata da un’incantevole barriera corallina e da splendide spiagge sabbiose, Ducie, l’isola che ospita alcune rarissime specie di uccelli oppure Henderson, l’isola più grande, inserita nella lista UNESCO dei patrimoni dell’umanità e costituita da una barriera corallina, che nasconde i resti di alcuni relitti.
Alcune curiosità su Pitcairn
L’isolamento in cui è rimasta per secoli Pitcairn ha consentito all’isola di conservare alcune curiose peculiarità: fra le più affascinanti, c’è la popolazione, che è del tutto discendente o comunque imparentata con i celebri ammutinati del Bounty e, ancora di più, la loro lingua parlata, il cosidetto Pitkern, un mix unico di inglese del XVIII secolo, di tahitiano e di linguaggio marinaresco.
Infine, molto particolare è l’usanza di celebrare, ogni 23 gennaio, il Bounty Day, durante il quale viene organizzato un grande pranzo e, alla fine dei festeggiamenti, viene bruciato un piccolo modellino con le sembianze della celebre imbarcazione.